Emblema della dieta mediterranea, la pasta è l’alimento più amato al mondo. La sua grande versatilità fa sì che ogni giorno si possa portare a tavola una ricetta diversa. C’è a chi piace al dente, a chi cotta al punto giusto o molta cotta; chi la ama in bianco e chi la preferisce condita. Al di là dei gusti personali, qual è il modo più salutare per cucinarla?
Per molto tempo si è creduto che mangiare la pasta poco cotta fosse la scelta migliore per la salute, ma siamo sicuri sia proprio così? Se da un lato cuocerla poco può avere effetti positivi, dall’altro lato una cottura più prolungata favorisce la sua digestione. Nelle prossime righe illustreremo le ripercussioni che la pasta al dente può causare sull’organismo.
Mangiare pasta poco cotta ostacola la digestione
La pasta poco cotta o, come si usa dire “al dente”, viene digerita con maggiore difficoltà dallo stomaco. La sua consistenza dura impedisce agli enzimi gastrici di scomporla agilmente, costringendo l’apparato digerente a uno sforzo considerevole. A lungo andare, mangiarne di continuo mette l’organo sotto pressione e ne compromette il buon funzionamento.
D’altro canto, mangiare la pasta molto cotta causa un rilascio dell’amido più veloce e dei conseguenti picchi glicemici. Oltre ad avere un indice glicemico più elevato, la pasta stracotta assorbe molta acqua, perdendo il suo sapore originario. Ecco, perché è poco indicata per le persone che devono tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue.
Pasta poco cotta o molto cotta: qual è la scelta migliore?
Mangiare pasta poco cotta o pasta molto cotta: qual è la soluzione più indicata per gustare un buon primo e non avere effetti negati sul corpo? La risposta è: la pasta al chiodo, che consiste nello scolarla un po’ prima della classica cottura “al dente”. Si tratta di una cottura più salutare per chi soffre di diabete, anche se non sarà facilmente digeribile. Cucinare la pasta al chiodo è molto semplice:
- assaggia la pasta quando è a metà dei minuti riportati sulla confezione
- controlla che sia ancora bianca al centro
- scolarla anche se risulta “bella dura “scricchiolante” all’assaggio
- mantecarla in padella o al forno
La pasta al chiodo è la scelta ideale per chi non ha disturbi digestivi, ma deve tenere a bada i livelli di zuccheri nel sangue. Se temi che diventi troppo indigesta, puoi ovviare al problema adottando qualche piccolo accorgimento. In primo luogo, utilizza molta acqua per cuocerla. Girala spesso durante la cottura favorendo così l’assorbimento dell’acqua da parte dell’amido.
Fai riferimento ai minuti di cottura riportati sulla confezione, anziché affidarti esclusivamente all’assaggio. Quando sarà trascorso metà del tempo previsto, addentane un pezzo per controllare la consistenza. In questa maniera potrai decidere se sarà il momento di scolarla e trasferirla in padella per la mantecatura o lasciarla cucinare ancora un po’.